Paul Arthur: “Nel Salento il patrimonio storico è vittima dell’indifferenza”
3/6/13 .- http://www.leccesette.it/
A dirlo è Paul Arthur, docente di Archeologia medievale: “Ad eccezione di Muro Leccese, Cavallino, Supersano e Lecce, gli amministratori spesso non sono interessati a valorizzare i beni culturali del proprio territorio”.
La decisione dell’amministrazione comunale di Gallipoli di proporre due bandi per il recupero strutturale high power green laser pointers e funzionale del Castello angioino che da molti anni, nell’indifferenza generale, versa in uno stato di incuria, è solo un piccolo passo positivo in una situazione di generale difficoltà e degrado.
“Purtroppo siamo mal ridotti. -spiega Paul Arthur, docente di Archeologia medievale presso l’Università del Salento- Per quanto riguarda il castello di Gallipoli -prosegue il docente- non voglio esprimermi più di tanto, visto che non lo visito da anni”. Il professore racconta però ricorda un episodio personale che risale agli anni ‘90. “Venni chiamato per seguire un lavoro archeologico riguardante la Chiesa di San Giuseppe. Effettuammo degli scavi all’interno del cantiere di restauro e salvammo una chiesa bizantina e le sue sepolture. Parliamo del X secolo circa: un periodo sconosciuto per la storia di Gallipoli”. E poi? “Si trattava di un insediamento importante -prosegue- e per questo motivo avevo chiesto collaborazione agli amministratori dell’epoca: non erano affatto interessati. Le Amministrazioni che si sono succedute -si chiede- hanno avuto un atteggiamento diverso? Non credo, da quello che riesco a capire”.
Il professor Paul Arthur non ci sta però a puntare l’indice solo verso la “Città Bella”: “Questa situazione non la viviamo solo a Gallipoli. Non possiamo scagliare la pietra solo verso questa città. C’è, va detto, una generale insensibilità. Le cause sono da ricercare un po’ anche nell’ignoranza degli amministratori verso la storia del Salento e del proprio paese. Non ci si rende conto di come il patrimonio locale possa essere valorizzato sia per gli abitanti che per i turisti. Ma, anche in questo caso, è meglio non generalizzare. Muro Leccese, Cavallino, Supersano e Lecce sono dei comuni che hanno dato una spinta verso la tutela dei beni culturali e monumentali, muovendosi molto bene. Ma si tratta di eccezioni”.
Tornando a parlare del castello di Gallipoli, il professore esprime l’auspicio di poterlo visitare presto, per poterne constatare personalmente le condizioni e sbilanciarsi sui possibili interventi da realizzare. “Sono ancora troppo poche le realtà salentine sensibili su questo argomento. L’indifferenza generale ha la meglio: è un peccato perché la storia è un patrimonio di tutti e delle singole comunità, che dovrebbero esserne fiere. Ecco: andrebbero educate le comunità, favorendo l’apertura di musei locali”.
Stefano Manca
La decisione dell’amministrazione comunale di Gallipoli di proporre due bandi per il recupero strutturale high power green laser pointers e funzionale del Castello angioino che da molti anni, nell’indifferenza generale, versa in uno stato di incuria, è solo un piccolo passo positivo in una situazione di generale difficoltà e degrado.
“Purtroppo siamo mal ridotti. -spiega Paul Arthur, docente di Archeologia medievale presso l’Università del Salento- Per quanto riguarda il castello di Gallipoli -prosegue il docente- non voglio esprimermi più di tanto, visto che non lo visito da anni”. Il professore racconta però ricorda un episodio personale che risale agli anni ‘90. “Venni chiamato per seguire un lavoro archeologico riguardante la Chiesa di San Giuseppe. Effettuammo degli scavi all’interno del cantiere di restauro e salvammo una chiesa bizantina e le sue sepolture. Parliamo del X secolo circa: un periodo sconosciuto per la storia di Gallipoli”. E poi? “Si trattava di un insediamento importante -prosegue- e per questo motivo avevo chiesto collaborazione agli amministratori dell’epoca: non erano affatto interessati. Le Amministrazioni che si sono succedute -si chiede- hanno avuto un atteggiamento diverso? Non credo, da quello che riesco a capire”.
Il professor Paul Arthur non ci sta però a puntare l’indice solo verso la “Città Bella”: “Questa situazione non la viviamo solo a Gallipoli. Non possiamo scagliare la pietra solo verso questa città. C’è, va detto, una generale insensibilità. Le cause sono da ricercare un po’ anche nell’ignoranza degli amministratori verso la storia del Salento e del proprio paese. Non ci si rende conto di come il patrimonio locale possa essere valorizzato sia per gli abitanti che per i turisti. Ma, anche in questo caso, è meglio non generalizzare. Muro Leccese, Cavallino, Supersano e Lecce sono dei comuni che hanno dato una spinta verso la tutela dei beni culturali e monumentali, muovendosi molto bene. Ma si tratta di eccezioni”.
Tornando a parlare del castello di Gallipoli, il professore esprime l’auspicio di poterlo visitare presto, per poterne constatare personalmente le condizioni e sbilanciarsi sui possibili interventi da realizzare. “Sono ancora troppo poche le realtà salentine sensibili su questo argomento. L’indifferenza generale ha la meglio: è un peccato perché la storia è un patrimonio di tutti e delle singole comunità, che dovrebbero esserne fiere. Ecco: andrebbero educate le comunità, favorendo l’apertura di musei locali”.
Stefano Manca
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