Scoperta un’imbarcazione dell’XI secolo in Friuli
4/2/13 .- http://ilfattostorico.com/
È stato rinvenuto sulla sponda del fiume Stella, l’antico Anaxum di Plinio, presso il paese di Precenicco, lo scafo di un’imbarcazione datata all’XI secolo: un unicum a livello nazionale ed internazionale per la storia della costruzione navale.
Non esistono in Italia altri ritrovamenti di imbarcazioni datati all’IX secolo e, a livello internazionale, non esistono ritrovamenti di imbarcazioni di tipo fluviale databili all’anno 1000. L’imbarcazione era stata localizzata nel settembre dello scorso anno, e lo Stella, come ha detto il Soprintendente Luigi Fozzati, “è un museo involontario della storia del Friuli”, a partire dal neolitico e avanti fino all’età romana ed oltre, attraverso il Medioevo, verso i traffici commerciali dei Cavalieri Teutonici con la Terrasanta.
Una prima osservazione della tecnica costruttiva, assieme alle analisi effettuate su alcuni campioni lignei con il carbonio 14, ha consentito di stabilire in tempi brevi la datazione, offrendo agli archeologi un “inedito reperto” su cui indirizzare nuove ricerche ed un nuovo tassello al mondo della storia della costruzione navale.
Il relitto, di due metri di larghezza per circa dieci di lunghezza, al momento deve essere ancora scavato e la procedura richiederà enorme attenzione in quanto il legno, impregnato d’acqua, tende a collassare quando l’acqua stessa evapora. Ciò che spunta adesso dal fango è la parte sommitale ma si sa già che lo scafo è piatto, senza chiglia, e le ordinate sono ben definite e fissate con tasselli ad incastro in legno.
Non ci sono confronti diretti da poter effettuare perché, come è stato detto, non esistono altri imbarcazioni simili, ma Massimo Capulli, archelogo subacqueo, docente presso l’Università di Udine, cui è stato affidato lo studio del relitto, ha già tentato una prima ricostruzione virtuale che sarà meglio definita quando lo scafo verrà portato completamente alla luce.
Le analisi geomorfologiche e sedimentologiche del sito, effettuate da Alessandro Fontana, geologo del Dipartimento di Geoscienze dell’Università di Padova, hanno permesso inoltre di stabilire che all’epoca la sponda del fiume Stella aveva una configurazione abbastanza simile all’attuale, ma con un’area golenale più ampia di quasi 10 metri. Successivamente questa zona è stata rimodellata dall’evoluzione fluviale e soprattutto dall’azione antropica che ne hanno causato il progressivo interramento.
Dove sarà conservata l’imbarcazione ancora non si sa di preciso ma l’idea della Soprintendenza è sicuramente quella di dare vita ad un Museo delle acque nel parco fluviale dello Stella.
Non esistono in Italia altri ritrovamenti di imbarcazioni datati all’IX secolo e, a livello internazionale, non esistono ritrovamenti di imbarcazioni di tipo fluviale databili all’anno 1000. L’imbarcazione era stata localizzata nel settembre dello scorso anno, e lo Stella, come ha detto il Soprintendente Luigi Fozzati, “è un museo involontario della storia del Friuli”, a partire dal neolitico e avanti fino all’età romana ed oltre, attraverso il Medioevo, verso i traffici commerciali dei Cavalieri Teutonici con la Terrasanta.
Una prima osservazione della tecnica costruttiva, assieme alle analisi effettuate su alcuni campioni lignei con il carbonio 14, ha consentito di stabilire in tempi brevi la datazione, offrendo agli archeologi un “inedito reperto” su cui indirizzare nuove ricerche ed un nuovo tassello al mondo della storia della costruzione navale.
Il relitto, di due metri di larghezza per circa dieci di lunghezza, al momento deve essere ancora scavato e la procedura richiederà enorme attenzione in quanto il legno, impregnato d’acqua, tende a collassare quando l’acqua stessa evapora. Ciò che spunta adesso dal fango è la parte sommitale ma si sa già che lo scafo è piatto, senza chiglia, e le ordinate sono ben definite e fissate con tasselli ad incastro in legno.
Non ci sono confronti diretti da poter effettuare perché, come è stato detto, non esistono altri imbarcazioni simili, ma Massimo Capulli, archelogo subacqueo, docente presso l’Università di Udine, cui è stato affidato lo studio del relitto, ha già tentato una prima ricostruzione virtuale che sarà meglio definita quando lo scafo verrà portato completamente alla luce.
Le analisi geomorfologiche e sedimentologiche del sito, effettuate da Alessandro Fontana, geologo del Dipartimento di Geoscienze dell’Università di Padova, hanno permesso inoltre di stabilire che all’epoca la sponda del fiume Stella aveva una configurazione abbastanza simile all’attuale, ma con un’area golenale più ampia di quasi 10 metri. Successivamente questa zona è stata rimodellata dall’evoluzione fluviale e soprattutto dall’azione antropica che ne hanno causato il progressivo interramento.
Dove sarà conservata l’imbarcazione ancora non si sa di preciso ma l’idea della Soprintendenza è sicuramente quella di dare vita ad un Museo delle acque nel parco fluviale dello Stella.
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