Tagli, Carandini lascia i Beni culturali
15/3/11 .- http://www.corriere.it
Il Pd: «Si è ribellato all'assassinio della cultura italiana». Voci preoccupate anche nelle fila del Pdl
ROMA - Andrea Carandini, presidente del Consiglio superiore dei beni culturali, si è dimesso. La decisione sarebbe legata agli ulteriori tagli al settore. Carandini era stato nominato presidente del Consiglio superiore dei beni culturali dal ministro Sandro Bondi il 25 febbraio 2009 al posto del dimissionario Salvatore Settis. Quest'ultimo aveva poi lasciato l'incarico per dissenso sulla gestione e sulla tutela della politica culturale del governo. Carandini è professore ordinario dal 1980 e dal 1992 insegna archeologia presso l'Università di Roma La Sapienza ed è uno dei più illustri e autorevoli archeologi a livello internazionale.
I TAGLI AL FUS - Carandini ha motivato le sue dimissioni irrevocabili «nella constatazione dell'impossibilità del ministero di svolgere quell'opera di tutela e sviluppo del patrimonio culturale stante la progressiva e massiccia diminuzione degli stanziamenti di bilancio».
REAZIONI E POLEMICHE - Le reazioni politiche alle dimissioni di Carandini non si sono fatte attendere . Dall'opposizione il vicepresidente dei senatori del Partito democratico, Luigi Zanda, non usa mezzi termini: «Berlusconi dovrebbe vergognarsi e chiedere scusa alla cultura italiana per le dimissioni di Andrea Carandini, grande archeologo e persona perbene che oggi si è ribellato all'assassinio della cultura italiana». Reazioni preoccupate anche dalle file del Pdl: «Le dimissioni di Andrea Carandini fanno riflettere, anche perché si tratta di un grande tecnico nominato dal ministro Bondi, dunque super partes», dice il deputato Bruno Murgia del Pdl, componente della commissione Cultura alla Camera. «Il governo - aggiunge il parlamentare di centrodestra - deve raccogliere il grido d'allarme lanciato da Carandini, ripristinando i fondi per valorizzare il vero patrimonio italiano che è il paesaggio con la sua cultura». Fiducioso, invece, nella revocabilità delle dimissioni di Carandini si è detto il sottosegretario dei Beni Culturali Francesco Giro: «Se da un lato la lettera del professor Carandini esprime un netto dissenso rispetto alla riduzione dei finanziamenti destinati alla cultura, dall'altro lato rivela una disponibilità a proseguire il proprio impegno purché si assumano a breve termine scelte concrete a sostegno del patrimonio culturale nazionale». Dal centro arriva la dichiarazione del presidente dell'Udc, Rocco Buttiglione, che fa notare come le dimissioni di Carandini, «personalità di straordinario prestigio scientifico e non ideologicamente fazioso, dicono che la crisi del Ministero dei Beni Culturali è un dato drammatico e reale e che va affrontato al di fuori degli schieramenti di parte e con spirito di servizio per il bene del Paese». «Scelta di grande dignitá», secondo Francesco Rutelli, leader di Alleanza per l'Italia: «Qualcun altro, Bondi, avrebbe dovuto dimettersi per evitare che si dimettesse Carandini».
ROMA - Andrea Carandini, presidente del Consiglio superiore dei beni culturali, si è dimesso. La decisione sarebbe legata agli ulteriori tagli al settore. Carandini era stato nominato presidente del Consiglio superiore dei beni culturali dal ministro Sandro Bondi il 25 febbraio 2009 al posto del dimissionario Salvatore Settis. Quest'ultimo aveva poi lasciato l'incarico per dissenso sulla gestione e sulla tutela della politica culturale del governo. Carandini è professore ordinario dal 1980 e dal 1992 insegna archeologia presso l'Università di Roma La Sapienza ed è uno dei più illustri e autorevoli archeologi a livello internazionale.
I TAGLI AL FUS - Carandini ha motivato le sue dimissioni irrevocabili «nella constatazione dell'impossibilità del ministero di svolgere quell'opera di tutela e sviluppo del patrimonio culturale stante la progressiva e massiccia diminuzione degli stanziamenti di bilancio».
REAZIONI E POLEMICHE - Le reazioni politiche alle dimissioni di Carandini non si sono fatte attendere . Dall'opposizione il vicepresidente dei senatori del Partito democratico, Luigi Zanda, non usa mezzi termini: «Berlusconi dovrebbe vergognarsi e chiedere scusa alla cultura italiana per le dimissioni di Andrea Carandini, grande archeologo e persona perbene che oggi si è ribellato all'assassinio della cultura italiana». Reazioni preoccupate anche dalle file del Pdl: «Le dimissioni di Andrea Carandini fanno riflettere, anche perché si tratta di un grande tecnico nominato dal ministro Bondi, dunque super partes», dice il deputato Bruno Murgia del Pdl, componente della commissione Cultura alla Camera. «Il governo - aggiunge il parlamentare di centrodestra - deve raccogliere il grido d'allarme lanciato da Carandini, ripristinando i fondi per valorizzare il vero patrimonio italiano che è il paesaggio con la sua cultura». Fiducioso, invece, nella revocabilità delle dimissioni di Carandini si è detto il sottosegretario dei Beni Culturali Francesco Giro: «Se da un lato la lettera del professor Carandini esprime un netto dissenso rispetto alla riduzione dei finanziamenti destinati alla cultura, dall'altro lato rivela una disponibilità a proseguire il proprio impegno purché si assumano a breve termine scelte concrete a sostegno del patrimonio culturale nazionale». Dal centro arriva la dichiarazione del presidente dell'Udc, Rocco Buttiglione, che fa notare come le dimissioni di Carandini, «personalità di straordinario prestigio scientifico e non ideologicamente fazioso, dicono che la crisi del Ministero dei Beni Culturali è un dato drammatico e reale e che va affrontato al di fuori degli schieramenti di parte e con spirito di servizio per il bene del Paese». «Scelta di grande dignitá», secondo Francesco Rutelli, leader di Alleanza per l'Italia: «Qualcun altro, Bondi, avrebbe dovuto dimettersi per evitare che si dimettesse Carandini».
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