L’analisi degli scavi di Comacchio. Archeologia medievale: un progetto per la storia della città
10/7/07 .- www.estense.com
(A cura di Sauro Gelichi)
Comacchio. Sono riprese le attività di scavo archeologico nel sagrato della cattedrale di San Cassiano a Comacchio, Piazza XX Settembre. Le analisi archeologiche sono condotte dal gruppo di ricerca dell’Università Ca’ Foscari di Venezia, Cattedra di Archeologia Medievale, Dipartimento di Scienze dell’Antichità e del Vicino Oriente e rientrano nelle attività di ricerca del progetto “Comacchio Archeologia Medievale” promosso dalla Giunta Comunale in collaborazione con l’ateneo lagunare.
Lo scavo presso il Duomo è uno dei momenti di ricerca del progetto complessivo su Comacchio Altomedievale ed è promosso dall’Assessorato ai Lavori Pubblici e dal Settore Lavori Pubblici, Partecipazioni e Tutela Ambientale (Dott. Maurizio Pajola) in occasione del “Recupero conservativo della pavimentazione di Piazza XX Settembre”. Lo scavo è co-diretto dal prof. Sauro Gelichi dell’Università di Venezia e dal dott. Luigi Malnati, Soprintendente per i Beni Archeologici dell’Emilia Romagna.
Comacchio nell’alto medioevo (VI-X secolo)
La città di Comacchio - come appare oggi - ha origine nell’altomedioevo: le fonti scritte collocano la piena formazione e lo sviluppo dell’abitato nell’VIII secolo.
Le recenti analisi condotte ad una scala più ampia sembrano suggerire per Comacchio un ruolo fondamentale all’interno del sistema di nuovi centri che nascono lungo la costa dell’adriatico nord-occidentale tra VII e IX secolo tutti qualificati sul piano dell’interpretazione storica come sedi di porti e mercati e, in definitiva, qualificabili come “empori”.
L’attenzione rivolta al centro comacchiese, dunque, risponde alla necessità di valutare la qualità delle informazioni archeologiche post-antiche ai fini di verificare le caratteristiche materiali che definiscono il sito come un nodal-point nelle relazioni economiche che coinvolgono da un lato i traffici adriatici e mediterranei e, dall’altro, le relazioni commerciali (e quindi le élites) padane. Comacchio sembra partecipare a tutti gli effetti, insieme ai nascenti empori della laguna veneziana, al controllo dei commerci padani verso l’entroterra.
Concentrando le ricerche sull’arco cronologico dell’altomedioevo, il gruppo di studio dell’insegnamento di Archeologia Medievale dell’Università Ca’ Foscari (Venezia) ha iniziato a produrre un’analisi delle forme dell’abitato e uno studio dei caratteri della cultura materiale con un approccio originale rispetto alle ricerche archeologiche già condotte nella città. Tale approccio è caratterizzato dal riconoscimento delle grandi potenzialità storico e archeologiche che si possono ricavare dallo studio dei depositi sepolti, dallo studio delle forme dell’abitare e dall’analisi dei sistemi economico-produttivi.
E’ chiaro, infatti, che ad oggi la centralità che il centro demico di Comacchio riveste per l’altomedioevo europeo e mediterraneo non ha ancora trovato in scavi estensivi ed in progetti di ricerca specifici un adeguato approfondimento. Le analisi degli ultimi decenni hanno dimostrato come Comacchio partecipi appieno nella nascita della nuova economia europea post-classica. Comacchio, insieme a Venezia - e forse ancora più di Venezia - costituisce uno straordinario elemento di novità e vivacità in un’epoca storica tradizionalmente interpretata come momento di crisi e recessione .
La caratteristica principale di Comacchio altomedievale risiede in una spiccata capacità di promuovere attività commerciali ad ampio respiro, mosse dal volano di un’economia basata sullo sfruttamento delle risorse locali (saline e peschiere). Le attività di commercio sono relazionate allo sviluppo di una forte marineria locale in grado di fornire trasporti costanti ed efficienti nell’ambito delle basse acque lagunari e/o fluviali.
Il nuovo “centro emergente” è collocato in un territorio politico che assume connotazioni di confine tra un mondo orientale/bizantino e un mondo padano longobardo/carolingio. La differenziata capacità di relazionarsi di volta in volta con Costantinopoli o con le élite dei regni continentali, garantisce la fortuna della città che diviene città-emporio.
Lo scavo di piazza XX Settembre - con il recupero di ceramiche, anfore, contenitori da trasporto, elementi architettonici di pregio e con la restituzione della topografia dell’antico quartiere episcopale - ha permesso di acclarare questa ipotesi di lavoro. Inoltre si sono recuperati molti materiali di indubbio interesse storico che costituiscono la memoria e la testimonianza del passato del centro stesso dell’abitato di Comacchio.
Lo scavo di Piazza XX Settembre
Le attività di scavo del 2007, iniziate a fine maggio, stanno permettendo di documentare una superficie maggiore dell’antico sagrato sei-settecentesco della cattedrale, già affiorato nel 2006. Al di sotto delle interessanti pavimentazioni in mattoni e cocciopesto sta venendo alla luce un eccezionale cimitero composto da sepolture in cassa lignea e fosse in nuda terra.
Gli inumati, privi di corredo, sono in alcuni casi stati sepolti con elementi di devozione religiosa, come rosari in osso. Le metodologie di scavo e studio dei resti ossei, aggiornate alla più moderna antropologia fisica, permetteranno di conoscere le caratteristiche fisiche, lo stile di vita, la dieta e le malattie degli inumati. Allo stato attuale della ricerca è possibile ipotizzare la pertinenza del sepolcreto alla chiesa precedente l’attuale Duomo edificato nel XVII secolo.
Nello scavo, inoltre, appaiono già strutture murarie pertinenti ad edifici più antichi di cui l’analisi stratigrafica consentirà di definirne cronologia e funzione. I risultati raggiunti nel 2006, inoltre, hanno permesso di raggiungere livelli di VI-VII secolo con abitazioni fossati, infrastrutture e sepolture. Anche in questa nuova campagna, pertanto, ci si pone l’obiettivo di identificare i livelli più antichi, tardoantichi ed altomedievali, contenenti le tracce dell’antico episcopio comacchiese.
Lo scavo del 2006: il sagrato settecentesco, le abitazioni signorili di età moderna e l’insula di San Cassiano nell’altomedioevo
Al di sotto della pavimentazione della piazzetta attuale, in ciottoli, è stato scoperto un piano pavimentale in mattoni, allettati su di uno strato di sabbia purissima, pertinente al rifacimento della chiesa della seconda metà del XVII secolo. Si tratta del sagrato realizzato contestualmente all’edificazione dell’attuale duomo.
L’unità di progetto della pavimentazione e dell’edificio ecclesiastico è confermata dall’utilizzo dei medesimi materiali da costruzione, ovvero laterizi dello stesso modulo e colore, e dalla tecnica di posa in opera che riflette sul pavimento le partizioni a scomparti quadrangolari della facciata del duomo. Tali partizioni sono realizzate con laterizi disposti di taglio che formano una cornice a racchiudere aree con mattoni posti di piatto.
Il rilievo ha permesso di recuperare il disegno dell’antica piazza, percependo la presenza di elementi verticali, quali paracarri - che definiscono lo spazio destinato ai pedoni e quello al transito dei carri - e, probabilmente, la base di un elemento verticale per sorreggere un’asta o un pennone - del quale si hanno testimonianze iconografiche.
La presenza di tutti questi elementi è stata discussa con gli architetti incaricati del progetto di ricupero e di ri-pavimentazione della piazza e saranno sicuramente utilizzati come elemento guida per la nuova sistemazione del sagrato.
Dato il tipo di contesto, uno spazio aperto di tipo pubblico, il numero assoluto di reperti archeologici raccolti in questa fase non è altissimo: questo dato conferma che l’area era tenuta costantemente pulita e non si sono formati depositi archeologici fino a quelli relativi alla ri-sistemazione del piano pavimentale.
Il ritrovamento dell’antica piazza ha condizionato lo sviluppo in pianta dello scavo che ha risparmiato queste evidenze, concentrandosi nel settore meridionale dell’area splateata.
Sotto il livello di XVII secolo, una serie di strati di riporto copriva una struttura muraria orientata perpendicolarmente alla facciata della chiesa e realizzata anche con pezzi di mattoni di modulo romano.
Il setto murario faceva parte di una struttura più ampia. Di certo si tratta di un edificio abitativo affacciato sull’attuale via Mazzini, abbattuto e spoliato fino alle fondazioni nel momento della costruzione del Duomo seicentesco. Il vano indagato faceva parte di un edificio più grande, probabilmente porticato verso nord e sviluppato in direzione est - ovest. Il portico settentrionale aveva la funzione di copertura di uno spazio acqueo privato per l’ormeggio di imbarcazioni, dunque una sorta di “cavana”. L’accesso dal retro era garantito da un molo ligneo, poggiante su pali, rinvenuto nello scavo in ottimo stato di conservazione.
In uso fino all'età moderna, l’edificio ha avuto più fasi di vita, testimoniate anche da una diversa partizione dei vani interni. La fase rinascimentale, in particolare, ha restituito un eccezionale butto di materiali pertinenti a rifiuti domestici, ricchissimo di ceramiche quasi interamente ricomponibili, vetri, ferri e resti di pasto.
Le fondazioni dell’edificio abitativo di età bassomedievale e moderna, in realtà, sono molto più antiche e risalgono all’età altomedievale. Le strutture murarie della fondazione, infatti, sono composte unicamente da mattoni di modulo tardoantico. La quasi totalità dei laterizi è di riuso e ciò ci permette di ipotizzare lo spoglio di una struttura edilizia di età tardo-imperiale che non doveva trovarsi troppo lontano dal centro dell’attuale Comacchio.
Le strutture murarie altomedievali, probabilmente quelle di un edificio adibito a magazzino, si impostano sulla sponda di un ampio fossato antico (VIII-IX secolo). sponda.
Il fossato correva in direzione nord/sud (ortogonalmente all'edificio) e originariamente era affiancato da una palizzata lignea a protezione della sponda. La palizzata era realizzata da un tavole orizzontali una sopra l’altra sostenute all’interno e all’esterno da coppie di robusti pali verticali. Potrebbe ben trattarsi del limite della terra emersa dell’insula episcopale della originaria Comacchio.
Si può affermare che il fossato e la sua sponda erano contemporanei ad un probabile edificio ecclesiastico che si doveva trovare sotto o adiacente alla chiesa attuale. Questa chiesa, percepita in traccia attraverso elementi architettonici rinvenuti entro strati di distruzione (numerosi frammenti. di capitelli, di arredo liturgico e di mosaico), faceva parte del gruppo episcopale altomedievale, quel complesso, cioè, che ebbe tanta importanza nello sviluppo della città lagunare.
La complessa sequenza rinvenuta nel sagrato antistante la cattedrale testimonia un uso costante dell’area fin dalla primissima età altomedievale.
Sotto la sponda del fossato e sotto la stratificazione di distruzione della chiesa altomedievale, vi sono tracce di altri edifici, realizzati probabilmente in legno su basamenti in laterizio. Essi coprivano a loro volta alcune sepolture ed altri strati di frequentazione più antichi, probabilmente di VII secolo. Lo scavo dell’estate 2007 ne chiarirà le tipologie e le caratteristiche.
Comacchio. Sono riprese le attività di scavo archeologico nel sagrato della cattedrale di San Cassiano a Comacchio, Piazza XX Settembre. Le analisi archeologiche sono condotte dal gruppo di ricerca dell’Università Ca’ Foscari di Venezia, Cattedra di Archeologia Medievale, Dipartimento di Scienze dell’Antichità e del Vicino Oriente e rientrano nelle attività di ricerca del progetto “Comacchio Archeologia Medievale” promosso dalla Giunta Comunale in collaborazione con l’ateneo lagunare.
Lo scavo presso il Duomo è uno dei momenti di ricerca del progetto complessivo su Comacchio Altomedievale ed è promosso dall’Assessorato ai Lavori Pubblici e dal Settore Lavori Pubblici, Partecipazioni e Tutela Ambientale (Dott. Maurizio Pajola) in occasione del “Recupero conservativo della pavimentazione di Piazza XX Settembre”. Lo scavo è co-diretto dal prof. Sauro Gelichi dell’Università di Venezia e dal dott. Luigi Malnati, Soprintendente per i Beni Archeologici dell’Emilia Romagna.
Comacchio nell’alto medioevo (VI-X secolo)
La città di Comacchio - come appare oggi - ha origine nell’altomedioevo: le fonti scritte collocano la piena formazione e lo sviluppo dell’abitato nell’VIII secolo.
Le recenti analisi condotte ad una scala più ampia sembrano suggerire per Comacchio un ruolo fondamentale all’interno del sistema di nuovi centri che nascono lungo la costa dell’adriatico nord-occidentale tra VII e IX secolo tutti qualificati sul piano dell’interpretazione storica come sedi di porti e mercati e, in definitiva, qualificabili come “empori”.
L’attenzione rivolta al centro comacchiese, dunque, risponde alla necessità di valutare la qualità delle informazioni archeologiche post-antiche ai fini di verificare le caratteristiche materiali che definiscono il sito come un nodal-point nelle relazioni economiche che coinvolgono da un lato i traffici adriatici e mediterranei e, dall’altro, le relazioni commerciali (e quindi le élites) padane. Comacchio sembra partecipare a tutti gli effetti, insieme ai nascenti empori della laguna veneziana, al controllo dei commerci padani verso l’entroterra.
Concentrando le ricerche sull’arco cronologico dell’altomedioevo, il gruppo di studio dell’insegnamento di Archeologia Medievale dell’Università Ca’ Foscari (Venezia) ha iniziato a produrre un’analisi delle forme dell’abitato e uno studio dei caratteri della cultura materiale con un approccio originale rispetto alle ricerche archeologiche già condotte nella città. Tale approccio è caratterizzato dal riconoscimento delle grandi potenzialità storico e archeologiche che si possono ricavare dallo studio dei depositi sepolti, dallo studio delle forme dell’abitare e dall’analisi dei sistemi economico-produttivi.
E’ chiaro, infatti, che ad oggi la centralità che il centro demico di Comacchio riveste per l’altomedioevo europeo e mediterraneo non ha ancora trovato in scavi estensivi ed in progetti di ricerca specifici un adeguato approfondimento. Le analisi degli ultimi decenni hanno dimostrato come Comacchio partecipi appieno nella nascita della nuova economia europea post-classica. Comacchio, insieme a Venezia - e forse ancora più di Venezia - costituisce uno straordinario elemento di novità e vivacità in un’epoca storica tradizionalmente interpretata come momento di crisi e recessione .
La caratteristica principale di Comacchio altomedievale risiede in una spiccata capacità di promuovere attività commerciali ad ampio respiro, mosse dal volano di un’economia basata sullo sfruttamento delle risorse locali (saline e peschiere). Le attività di commercio sono relazionate allo sviluppo di una forte marineria locale in grado di fornire trasporti costanti ed efficienti nell’ambito delle basse acque lagunari e/o fluviali.
Il nuovo “centro emergente” è collocato in un territorio politico che assume connotazioni di confine tra un mondo orientale/bizantino e un mondo padano longobardo/carolingio. La differenziata capacità di relazionarsi di volta in volta con Costantinopoli o con le élite dei regni continentali, garantisce la fortuna della città che diviene città-emporio.
Lo scavo di piazza XX Settembre - con il recupero di ceramiche, anfore, contenitori da trasporto, elementi architettonici di pregio e con la restituzione della topografia dell’antico quartiere episcopale - ha permesso di acclarare questa ipotesi di lavoro. Inoltre si sono recuperati molti materiali di indubbio interesse storico che costituiscono la memoria e la testimonianza del passato del centro stesso dell’abitato di Comacchio.
Lo scavo di Piazza XX Settembre
Le attività di scavo del 2007, iniziate a fine maggio, stanno permettendo di documentare una superficie maggiore dell’antico sagrato sei-settecentesco della cattedrale, già affiorato nel 2006. Al di sotto delle interessanti pavimentazioni in mattoni e cocciopesto sta venendo alla luce un eccezionale cimitero composto da sepolture in cassa lignea e fosse in nuda terra.
Gli inumati, privi di corredo, sono in alcuni casi stati sepolti con elementi di devozione religiosa, come rosari in osso. Le metodologie di scavo e studio dei resti ossei, aggiornate alla più moderna antropologia fisica, permetteranno di conoscere le caratteristiche fisiche, lo stile di vita, la dieta e le malattie degli inumati. Allo stato attuale della ricerca è possibile ipotizzare la pertinenza del sepolcreto alla chiesa precedente l’attuale Duomo edificato nel XVII secolo.
Nello scavo, inoltre, appaiono già strutture murarie pertinenti ad edifici più antichi di cui l’analisi stratigrafica consentirà di definirne cronologia e funzione. I risultati raggiunti nel 2006, inoltre, hanno permesso di raggiungere livelli di VI-VII secolo con abitazioni fossati, infrastrutture e sepolture. Anche in questa nuova campagna, pertanto, ci si pone l’obiettivo di identificare i livelli più antichi, tardoantichi ed altomedievali, contenenti le tracce dell’antico episcopio comacchiese.
Lo scavo del 2006: il sagrato settecentesco, le abitazioni signorili di età moderna e l’insula di San Cassiano nell’altomedioevo
Al di sotto della pavimentazione della piazzetta attuale, in ciottoli, è stato scoperto un piano pavimentale in mattoni, allettati su di uno strato di sabbia purissima, pertinente al rifacimento della chiesa della seconda metà del XVII secolo. Si tratta del sagrato realizzato contestualmente all’edificazione dell’attuale duomo.
L’unità di progetto della pavimentazione e dell’edificio ecclesiastico è confermata dall’utilizzo dei medesimi materiali da costruzione, ovvero laterizi dello stesso modulo e colore, e dalla tecnica di posa in opera che riflette sul pavimento le partizioni a scomparti quadrangolari della facciata del duomo. Tali partizioni sono realizzate con laterizi disposti di taglio che formano una cornice a racchiudere aree con mattoni posti di piatto.
Il rilievo ha permesso di recuperare il disegno dell’antica piazza, percependo la presenza di elementi verticali, quali paracarri - che definiscono lo spazio destinato ai pedoni e quello al transito dei carri - e, probabilmente, la base di un elemento verticale per sorreggere un’asta o un pennone - del quale si hanno testimonianze iconografiche.
La presenza di tutti questi elementi è stata discussa con gli architetti incaricati del progetto di ricupero e di ri-pavimentazione della piazza e saranno sicuramente utilizzati come elemento guida per la nuova sistemazione del sagrato.
Dato il tipo di contesto, uno spazio aperto di tipo pubblico, il numero assoluto di reperti archeologici raccolti in questa fase non è altissimo: questo dato conferma che l’area era tenuta costantemente pulita e non si sono formati depositi archeologici fino a quelli relativi alla ri-sistemazione del piano pavimentale.
Il ritrovamento dell’antica piazza ha condizionato lo sviluppo in pianta dello scavo che ha risparmiato queste evidenze, concentrandosi nel settore meridionale dell’area splateata.
Sotto il livello di XVII secolo, una serie di strati di riporto copriva una struttura muraria orientata perpendicolarmente alla facciata della chiesa e realizzata anche con pezzi di mattoni di modulo romano.
Il setto murario faceva parte di una struttura più ampia. Di certo si tratta di un edificio abitativo affacciato sull’attuale via Mazzini, abbattuto e spoliato fino alle fondazioni nel momento della costruzione del Duomo seicentesco. Il vano indagato faceva parte di un edificio più grande, probabilmente porticato verso nord e sviluppato in direzione est - ovest. Il portico settentrionale aveva la funzione di copertura di uno spazio acqueo privato per l’ormeggio di imbarcazioni, dunque una sorta di “cavana”. L’accesso dal retro era garantito da un molo ligneo, poggiante su pali, rinvenuto nello scavo in ottimo stato di conservazione.
In uso fino all'età moderna, l’edificio ha avuto più fasi di vita, testimoniate anche da una diversa partizione dei vani interni. La fase rinascimentale, in particolare, ha restituito un eccezionale butto di materiali pertinenti a rifiuti domestici, ricchissimo di ceramiche quasi interamente ricomponibili, vetri, ferri e resti di pasto.
Le fondazioni dell’edificio abitativo di età bassomedievale e moderna, in realtà, sono molto più antiche e risalgono all’età altomedievale. Le strutture murarie della fondazione, infatti, sono composte unicamente da mattoni di modulo tardoantico. La quasi totalità dei laterizi è di riuso e ciò ci permette di ipotizzare lo spoglio di una struttura edilizia di età tardo-imperiale che non doveva trovarsi troppo lontano dal centro dell’attuale Comacchio.
Le strutture murarie altomedievali, probabilmente quelle di un edificio adibito a magazzino, si impostano sulla sponda di un ampio fossato antico (VIII-IX secolo). sponda.
Il fossato correva in direzione nord/sud (ortogonalmente all'edificio) e originariamente era affiancato da una palizzata lignea a protezione della sponda. La palizzata era realizzata da un tavole orizzontali una sopra l’altra sostenute all’interno e all’esterno da coppie di robusti pali verticali. Potrebbe ben trattarsi del limite della terra emersa dell’insula episcopale della originaria Comacchio.
Si può affermare che il fossato e la sua sponda erano contemporanei ad un probabile edificio ecclesiastico che si doveva trovare sotto o adiacente alla chiesa attuale. Questa chiesa, percepita in traccia attraverso elementi architettonici rinvenuti entro strati di distruzione (numerosi frammenti. di capitelli, di arredo liturgico e di mosaico), faceva parte del gruppo episcopale altomedievale, quel complesso, cioè, che ebbe tanta importanza nello sviluppo della città lagunare.
La complessa sequenza rinvenuta nel sagrato antistante la cattedrale testimonia un uso costante dell’area fin dalla primissima età altomedievale.
Sotto la sponda del fossato e sotto la stratificazione di distruzione della chiesa altomedievale, vi sono tracce di altri edifici, realizzati probabilmente in legno su basamenti in laterizio. Essi coprivano a loro volta alcune sepolture ed altri strati di frequentazione più antichi, probabilmente di VII secolo. Lo scavo dell’estate 2007 ne chiarirà le tipologie e le caratteristiche.
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