Riccardo Francovich, grande archeologo che pensava al futuro

1/4/07 .- sienaemaremma.blogosfere.it

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Publicado por Donatella Coccoli en sienaemaremma.blogosfere.it


Il mondo della cultura della Toscana è in lutto. E' scomparso il professor Riccardo Francovich, lo studioso che ha fatto conoscere e ha valorizzato il Medioevo. Fiorentino, docente presso l'Università di Siena, era un archeologo appassionato che ha saputo (e questo è il suo merito più grande) far coincidere lo studio del passato con la tutela e lo sviluppo del territorio. A lui si devono alcuni parchi archeologici che sono diventati progetti pilota per tutta Europa, come quello di San Silvestro a Campiglia Marittima, quello di Poggibonsi in Valdelsa e quello, appena inaugurato di Populonia.

Per comprendere il personaggio, ecco un mio articolo dell'agosto 2005.

Scavare e portare alla luce il passato di un luogo può garantirne il futuro. Non è un paradosso, è la "filosofia" che sta alla base della rete di attività del Dipartimento di Archeologia Medievale dell'Università di Siena guidato dal professor Riccardo Francovich. In tempi di crisi, di recessione, di economia tutta da reinventare, ecco dunque una "ricetta" che punta sulla ricerca e sulla cultura come investimento. Ma spieghiamo in quale modo l'archeologia medievale può creare una ricchezza per il territorio.

Due parchi archeologici all'attivo, San Silvestro a Campiglia (Livorno) e Poggibonsi (Siena), scavi aperti in varie zone della Toscana, principalmente in zone rurali della Maremma, delle Colline Metallifere e della provincia di Siena, ma presto anche in città, sotto gli Uffizi, tecnologie avanzatissime con l'uso di sistemi multimediali e satellitari il cui uso consente una formazione elevata, master di perfezionamento organizzati in collaborazione con altre università italiane, mappatura dei siti archeologici in tutta la Toscana e il progetto "Paesaggi medievali" finanziato dalla Fondazione Monte dei Paschi che consente a giovani archeologi di promuovere attorno ai siti attività di promozione didattica e turistica. Questi solo alcuni degli obiettivi raggiunti da un piccolo esercito di archeologi, 60 tra borsisti e collaboratori e ogni anno 300 studenti.

E' un lavoro importante sotto vari aspetti. Prima di tutto dal punto di vista della ricerca. "La nostra attività - spiega il professor Riccardo Francovich - è fondamentale per la ricostruzione dei paesaggi medievali a livello europeo. Nel senso che con i nostri scavi abbiamo dimostrato che gli insediamenti preesistenti sotto i castelli non risalgono al X o XI secolo secondo il modello di studio tradizionale, ma a ben prima, al VII o VIII secolo". Una ridefinizione dunque del paesaggio medievale che come in Toscana, ma anche in molte altre zone d'Europa è quello più caratterizzante (ruderi di castelli, abbazie, borghi), e che adesso fornisce fonti preziose agli storici nella riscrittura del Medioevo.

Ma l'archeologo medievale può aiutare anche l'economia del territorio in cui opera.

"Prendiamo gli scavi al castello di Miranduolo, nel comune di Chiusdino, stiamo incardinando i lavori di scavi al territorio per creare un percorso archeologico che va dal sito all'Abbazia di San Galgano e all'abbazia di Serena. In questo modo noi allunghiamo e diluiamo un turismo colto e intelligente, non ‘mordi e fuggi' solo attorno a San Galgano. Così, invece di un giorno, ne occorreranno tre per visitare tutti gli insediamenti medievali e le aree archeologiche con benefici anche all'indotto, come le strutture ricettive".

I parchi archeologici nati dall'opera degli archeologi di Francovich costituiscono un esempio in questo senso. Ultimo gioiello, quello di Poggibonsi, da pochi mesi entrato a far parte della grande rete del Sistema Museale Senese. La Fortezza di Poggio Imperiale una volta era terra di nessuno, ora è sede di un Centro studi e Documentazione, ha strutture ricettive, un bar, un ristorante ed è un palcoscenico per gli spettacoli all'aperto. "Poggibonsi sta scommettendo molto sul parco - continua Francovich - quella era un'area abbandonata, ora è diventata un parco di 12 ettari, con il recupero del Cassero in cui abbiamo incardinato anche il master di Archeologia e Storia dell'Alto Medioevo Europeo in collaborazione con le università di Padova e Venezia per studenti italiani e stranieri".

Un altro master è partito a Grosseto e verte sull'uso della tecnologia nella ricerca archeologica, ovvero quell'elemento che caratterizza a livello nazionale il dipartimento guidato dal professor Francovich. E sempre in Maremma gli archeologi di Siena hanno dato impulso al parco di San Silvestro a Campiglia Marittima gestito dalla società dei Parchi di Val di Cornia, espressione del più grande parco archeologico europeo. Ed è in cantiere il parco della Maremma con interventi di scavi al castello di Collecchio sulle colline che guardano Alberese.

Dopo tanto scavare e studiare il passato, per valorizzarlo c'è bisogno di tutela, una questione molto delicata a livello di gestione dei beni culturali e che negli ultimi tempi ha acceso un vivace dibattito. Cosa ne pensa il professor Francovich?

"Per raggiungere efficacia in termini di tutela - afferma l'archeologo - ritengo che a considerare il patrimonio non sia una struttura nazionale, ma i governi locali. E' quindi fondamentale che per gli amministratori locali la rilevanza archeologica non sia un accidente ma una risorsa. E' così importante il patrimonio e così esteso ovunque che occorre lavorare tutti insieme: gli enti pubblici, l'università, la ricerca, i gruppi di volontari. E le politiche di governo secondo me devono essere inclusive e non esclusive, per cui se un bene è vincolato, ma non è percepito come tale a livello collettivo, non serve. E' comunque a rischio".

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