Unive. Cà Foscari apre nuovo scavo archeologico nell’area peri-lagunare di Jesolo (Venezia)
2/9/13 .- http://www.controcampus.it/
Università Cà Foscari (Venezia) apre nuovo scavo archeologico nell’area peri-lagunare di Jesolo. L’attività di scavo durerà tutto il mese di settembre e si concentrerà sulla ricerca di un antico abitato. Studenti al lavoro per un’esperienza diretta sul campo come giovani archeologi
Un nuovo scavo Unive si avvierà in settembre nell’area peri-lagunare di Jesolo alla ricerca di un antico abitato. L’attività di scavo si svolgerà per tutto il mese di settembre 2013 e coinvolgerà studenti provenienti da diversi Atenei, italiani e stranieri. Dopo una prima campagna di survey svolta nel 2011 nell’area Le Mure – S.Maria Assunta, si è deciso di approfondire l’indagine con un programma di ricerca pluriennale che sarà anche esperienza didattica per gli studenti.
Da diversi anni l’Insegnamento di Archeologia Medievale Unive è impegnato in progetti di ricerca legati agli ambienti lagunari e perilagunari. Tali attività si sono svolte, fino ad oggi, all’interno della Laguna di Venezia (con gli scavi nelle isole di San Giacomo in Paludo e San Lorenzo di Ammiana) e hanno avuto come principale obbiettivo la ricostruzione dei processi insediativi che tra la Tarda Antichità e l’Alto Medioevo hanno ridisegnato la fisionomia di questi spazi. In questa ottica, è emerso con sempre maggiore chiarezza il ruolo svolto, proprio in tali periodi, da uno di questi centri, cioè Jesolo, oggi in un’area peri-lagunare.
Jesolo non è un sito archeologico sconosciuto, altre campagne di scavo si erano svolte negli anni ’90 e precedentemente; anzi, i resti monumentali dell’antica chiesa episcopale hanno nel tempo esercitato un fascino molto forte nei confronti dei ricercatori che si sono occupati della storia di questi territori; così, proprio quest’area, è stata più volte, e nel tempo, oggetto di prolungate e proficue ricerche archeologiche. Lo scavo Unive intende riprendere l’indagine attraverso un programma di ricerca pluriennale che si concentrerà nell’area dove si sviluppava l’antico abitato al fine di studiare in maniera più approfondita la storia economica e sociale di questi territori e della sua gente.
La prima convenzione di collaborazione, e comunione d’intenti, è stata dunque stipulata tra il Dipartimento di Studi Umanistici e il Comune di Jesolo nel dicembre 2010 e ha portato, in collaborazione con la Soprintendenza per i Beni Archeologici del Veneto, alla realizzazione di una prima campagna di survey sul territorio comunale nel 2011.
Questo tipo di attività, svolta sotto la direzione scientifica del Prof. Sauro Gelichi, Ordinario di Archeologia Medievale a Unive, è stata fondamentale per individuare le aree più promettenti per un’indagine di scavo di carattere estensivo. Le attività di ricognizione, svolte nel 2011, hanno coinvolto circa 13 tra studenti di università italiane ed europee e hanno interessato circa 14 kmq di territorio comunale, all’interno di aree considerate campione sulla base di studi aerofotografici, geomorfologici e archivistici. Il survey ha permesso di valutare la consistenza dei depositi alluvionali e delle bonifiche in alcuni punti cruciali del territorio jesolano e, in maniera particolare, nella zona corrispondente all’isola su cui sorgeva l’abitato medievale di Equilo, a nord e a sud della Cattedrale medievale: attraverso una raccolta mirata dei materiali affioranti sulla superficie dei campi arati (quadrettatura dell’area) e la pulizia delle sezioni esposte, è stato possibile valutare la consistenza e la potenzialità del deposito archeologico presente in questa zona.
La mappatura e lo studio dei materiali rinvenuti, hanno fornito nuovi dati sugli aspetti economici, sociali e commerciali che hanno caratterizzato l’insediamento di Equilo nel periodo compreso tra il IV secolo e il XIII secolo e hanno dimostrato come il sito di Jesolo sia un caso particolarmente promettente nello studio del popolamento dell’arco dell’alto Adriatico.
L’attività prevista per il 2013, regolata da una nuova convenzione stipulata tra l’Università e il Comune e dalla Concessione di scavo assegnata dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali, in accordo con la Soprintendenza per i Beni Archeologici del Veneto, si pone come obiettivo l’analisi e la valutazione del deposito conservato all’interno dei terreni ubicati a nord dell’area archeologica “Le Mure – S. Maria Assunta”.
La finalità della ricerca è quella di comprendere, contestualizzandolo in un quadro interpretativo più ampio, l’effettivo ruolo della società equilense nel Medioevo e di cogliere in quale modo e in quale percentuale un ambiente, quale quello lagunare, abbia potuto influenzare una società e le sue dinamiche economiche e commerciali. Gli scavi permetteranno la creazione di sequenze precise dove collocare le informazioni raccolte e una documentazione archeologica approfondita che permetterà di indagare le dinamiche insediative, sociali, economiche e commerciali del luogo.
Questo progetto ha una valenza, oltre che di ricerca, anche didattica, perché permetterà agli studenti di fare una diretta esperienza sul campo, passando tutte quelle fasi (dallo scavo manuale, all’analisi e alla comprensione della stratificazione, alla registrazione dei dati) che rappresentano momenti fondamentali ed integrativi della loro formazione in ambito archeologico.
Avranno compito di coordinamento e gestione delle attività sul campo, sotto la direzione del Prof. Gelichi, i dott. Silvia Cadamuro, Alessandra Cianciosi e Claudio Negrelli.
Un nuovo scavo Unive si avvierà in settembre nell’area peri-lagunare di Jesolo alla ricerca di un antico abitato. L’attività di scavo si svolgerà per tutto il mese di settembre 2013 e coinvolgerà studenti provenienti da diversi Atenei, italiani e stranieri. Dopo una prima campagna di survey svolta nel 2011 nell’area Le Mure – S.Maria Assunta, si è deciso di approfondire l’indagine con un programma di ricerca pluriennale che sarà anche esperienza didattica per gli studenti.
Da diversi anni l’Insegnamento di Archeologia Medievale Unive è impegnato in progetti di ricerca legati agli ambienti lagunari e perilagunari. Tali attività si sono svolte, fino ad oggi, all’interno della Laguna di Venezia (con gli scavi nelle isole di San Giacomo in Paludo e San Lorenzo di Ammiana) e hanno avuto come principale obbiettivo la ricostruzione dei processi insediativi che tra la Tarda Antichità e l’Alto Medioevo hanno ridisegnato la fisionomia di questi spazi. In questa ottica, è emerso con sempre maggiore chiarezza il ruolo svolto, proprio in tali periodi, da uno di questi centri, cioè Jesolo, oggi in un’area peri-lagunare.
Jesolo non è un sito archeologico sconosciuto, altre campagne di scavo si erano svolte negli anni ’90 e precedentemente; anzi, i resti monumentali dell’antica chiesa episcopale hanno nel tempo esercitato un fascino molto forte nei confronti dei ricercatori che si sono occupati della storia di questi territori; così, proprio quest’area, è stata più volte, e nel tempo, oggetto di prolungate e proficue ricerche archeologiche. Lo scavo Unive intende riprendere l’indagine attraverso un programma di ricerca pluriennale che si concentrerà nell’area dove si sviluppava l’antico abitato al fine di studiare in maniera più approfondita la storia economica e sociale di questi territori e della sua gente.
La prima convenzione di collaborazione, e comunione d’intenti, è stata dunque stipulata tra il Dipartimento di Studi Umanistici e il Comune di Jesolo nel dicembre 2010 e ha portato, in collaborazione con la Soprintendenza per i Beni Archeologici del Veneto, alla realizzazione di una prima campagna di survey sul territorio comunale nel 2011.
Questo tipo di attività, svolta sotto la direzione scientifica del Prof. Sauro Gelichi, Ordinario di Archeologia Medievale a Unive, è stata fondamentale per individuare le aree più promettenti per un’indagine di scavo di carattere estensivo. Le attività di ricognizione, svolte nel 2011, hanno coinvolto circa 13 tra studenti di università italiane ed europee e hanno interessato circa 14 kmq di territorio comunale, all’interno di aree considerate campione sulla base di studi aerofotografici, geomorfologici e archivistici. Il survey ha permesso di valutare la consistenza dei depositi alluvionali e delle bonifiche in alcuni punti cruciali del territorio jesolano e, in maniera particolare, nella zona corrispondente all’isola su cui sorgeva l’abitato medievale di Equilo, a nord e a sud della Cattedrale medievale: attraverso una raccolta mirata dei materiali affioranti sulla superficie dei campi arati (quadrettatura dell’area) e la pulizia delle sezioni esposte, è stato possibile valutare la consistenza e la potenzialità del deposito archeologico presente in questa zona.
La mappatura e lo studio dei materiali rinvenuti, hanno fornito nuovi dati sugli aspetti economici, sociali e commerciali che hanno caratterizzato l’insediamento di Equilo nel periodo compreso tra il IV secolo e il XIII secolo e hanno dimostrato come il sito di Jesolo sia un caso particolarmente promettente nello studio del popolamento dell’arco dell’alto Adriatico.
L’attività prevista per il 2013, regolata da una nuova convenzione stipulata tra l’Università e il Comune e dalla Concessione di scavo assegnata dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali, in accordo con la Soprintendenza per i Beni Archeologici del Veneto, si pone come obiettivo l’analisi e la valutazione del deposito conservato all’interno dei terreni ubicati a nord dell’area archeologica “Le Mure – S. Maria Assunta”.
La finalità della ricerca è quella di comprendere, contestualizzandolo in un quadro interpretativo più ampio, l’effettivo ruolo della società equilense nel Medioevo e di cogliere in quale modo e in quale percentuale un ambiente, quale quello lagunare, abbia potuto influenzare una società e le sue dinamiche economiche e commerciali. Gli scavi permetteranno la creazione di sequenze precise dove collocare le informazioni raccolte e una documentazione archeologica approfondita che permetterà di indagare le dinamiche insediative, sociali, economiche e commerciali del luogo.
Questo progetto ha una valenza, oltre che di ricerca, anche didattica, perché permetterà agli studenti di fare una diretta esperienza sul campo, passando tutte quelle fasi (dallo scavo manuale, all’analisi e alla comprensione della stratificazione, alla registrazione dei dati) che rappresentano momenti fondamentali ed integrativi della loro formazione in ambito archeologico.
Avranno compito di coordinamento e gestione delle attività sul campo, sotto la direzione del Prof. Gelichi, i dott. Silvia Cadamuro, Alessandra Cianciosi e Claudio Negrelli.
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